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[25] 1. In quel momento un viandante, vedendomi solitario e vagabondo dietro di lui, piomba su di me e, montatomi addosso di fretta, picchiandomi con il bastone che aveva con sé, si mise a condurmi per una via traversa e ignota. 2. Non che io mi prestassi alla corsa malvolentieri, visto che mi lasciavo alle spalle l’atrocissima prospettiva della macellazione della mia virilità. Del resto le botte non mi turbavano granché, avvezzo com’ero, secondo la procedura, a essere ammazzato di randellate.
3. Ma quella dannata Fortuna, ostinata nel procurarmi sventure, con sciagurata velocità giocò d’anticipo su una tanto tempestiva scappatoia e approntò un nuovo agguato. 4. I miei pastori, infatti, stavano percorrendo in lungo e in largo quelle zone alla ricerca di una vaccherella che avevano perduto, quando si imbattono accidentalmente in noi: subito mi riconoscono e, presomi per il capestro, smaniano di tirarmi a sé. 5. Ma quello, resistendo con vigorosa temerarietà, chiamava a testimoni gli uomini e gli dèi: «Perché mi trascinate a forza? Perché mi aggredite?».
6. «Ah sì? Noi trattiamo ingiustamente te, che ti sei rubato il nostro asino e te lo porti via con te? Perché piuttosto non confessi dove si trova il ragazzino suo palafreniere? Di certo l’hai ammazzato e l’hai nascosto da qualche parte!»; 7. e subito lo tirano giù a terra e si mettono a pestarlo con pugni e colpirlo con calci. Quando quello può finalmente parlare, giura che lui almeno non aveva visto alcun conducente, ma che l’aveva incontrato completamente sciolto e solitario e se ne era impadronito per la ricompensa della denuncia, intenzionato tuttavia a restituirlo al suo proprio padrone. 8. «Se solo l’asino stesso», disse, «– magari non l’avessi mai visto! – fosse in grado di emettere voce umana e potesse rendere testimonianza della mia innocenza: di certo vi vergognereste di questa ingiustizia».
9. Pur con queste assicurazioni non riusciva a ottenere niente di niente. Infatti, legatolo per il collo, i pastori, decisi a tormentarlo, lo trascinano indietro verso le selve boscose di quel monte da dove il ragazzino era solito portar giù la legna. [26] 1. Eppure quello non si trova da nessuna parte nei campi circostanti; scorgono, invece, distintamente il suo corpo lacerato membro a membro e sparso qua e là in diversi luoghi. 2. La qual cosa, io lo pensavo senza alcun dubbio, era stata compiuta dai denti di quell’orsa e, per Ercole!, avrei detto ciò che sapevo, se avessi avuto sufficiente facoltà di parola. Invece – solo questo potevo fare –, zitto zitto mi rallegravo della pur tarda vendetta. 3. E per quanto riguarda il cadavere, dopo che, fra l’uno e l’altro dei pezzi dispersi, alla fine l’avevano ritrovato tutto e a fatica l’avevano ricomposto, lo affidarono alla terra lì stesso; il mio Bellerofonte, invece, accusato di essere un indubbio ladro di bestiame e un assassino sanguinario, per il momento lo legano e lo portano alle loro capanne, in attesa che, all’alba del giorno seguente, trascinato davanti ai magistrati, come dicevano, fosse consegnato alla sua pena.
4. Nel frattempo, mentre i genitori del ragazzino lamentavano la morte del figlio piangendo e percuotendosi il petto, ecco arrivare il contadino che, non avendo in alcun modo eluso la sua promessa, reclama la mia castrazione, come da accordo. 5. «Non è dalla stessa cosa», dice uno di quelli, «che proviene la nostra perdita di oggi, ma in ogni caso domani sarà un vero piacere staccare a questo maledettissimo asino non solo gli attributi, ma anche la testa stessa. E non ti mancherà l’aiuto di nessuno di questi qui».
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